Immaginiamo la scena: siete al ristorante, e quello che avete ordinato va accompagnato dall’olio a crudo. Cosa fate? Lo aggiungete automaticamente, o prima andate a leggere l’etichetta?
E al supermercato, alzi la mano chi si accerta che ci siano solo olii di origine italiana, in quello che sta per comprare. O magari spesso vi fate ammaliare solo da un prezzo basso? Certo questo problema non si pone per chi acquista dal Frantoio di fiducia, dove si sa già con cosa e come è fatto quell’olio.
Eppure anche noi, nel rispetto degli obblighi di legge, in questi giorni stiamo facendo un restayling delle nostre etichette. A volte le normative cambiano veramente per un’inezia, che non va a incidere in nessun modo sulla produzione, ma è necessario comunque rispettare determinati input.
La prima domanda che ci facciamo quindi, prima di acquistare un olio, riguarda senza dubbio il CHI. E certo oggi grazie moderne tecnologie, al fatto che molte info sono sul web, non è difficile scoprire la storia di un brand che vende olio. C’è poi da verificare se l’azienda in questione lavori direttamente l’olio o lo imbottigli e basta, e se l’olio è 100% italiano o una DOP o una miscela di oli comunitari o una miscela di oli comunitari e non comunitari. La differenza? Assaggiate e valutate voi stessi.
Va poi indicata la denominazione di vendita (che sia ad esempio extravergine o meno) l’origine (che era quello che si diceva prima), tutte le info del produttore e appunto, da questo 2016 anche l’etichetta nutrizionale. Si può inserire, ma non è obbligatorio, il tipo di spremitura effettuata, l’acidità e le caratteristiche organolettiche.
Insomma: le etichette sono davvero una buona lettura, che fa bene alla salute e ci permette di sapere cosa c’è nella bottiglia che stiamo per acquistare…e noi di Frantoi Torresi vi presenteremo a breve le nuove etichette di Fiordolio, Cuore Verde e Peperì!